Piombino

Piombino

La percezione che si ha entrando a Piombino è quella di una città industriale, dall’estetica assai lontana dai fiabeschi borghi circostanti. A differenza di questa prima impressione, il Comune di Piombino possiede un patrimonio storico e culturale pari, se non maggiore, agli altri centri della Costa Etrusca.

Il toponimo Piombino deriva da Populino, cioè Piccola Populonia. Un termine utilizzato per indicare gli abitanti di Populonia che si rifugiarono nei pressi del porto di Falesia, in seguito ai saccheggi dei pirati Orobiti nel IX secolo.

Il primo sviluppo di Piombino avvenne intorno all’anno mille, grazie ad un gruppo di monaci benedettini, figli del Conte Tedice, i quali fondarono il monastero di San Giustiniano di Falesia.

L’ottima posizione geografica del Promontorio di Piombino e del suo golfo favorì una graduale crescita economica, urbana e demografica.

Le acque che bagnano le sue coste rappresentano il confine fra il Mar Ligure e il Mar Tirreno. Mentre, in epoca medioevale, la zona era una testa di ponte per il controllo dell’entroterra e della parte settentrionale comprendente il Promontorio di Populonia e oltre.

Durante il basso medioevo, Pisa ampliò i propri confini annettendo la Maremma e il castello di Piombino fu la sede del capitano del popolo, incaricato dalla Repubblica Marinara di governare l’organismo comunale piombinese.

In seguito al declino di Pisa, la Signoria di Piombino passò in mano alla famiglia degli Appiano. I conti Appiano, riuscendo ad attraversare varie congiure, governarono Piombino, passato nel tempo da Signoria a Principato, fino agli inizi del XVIII secolo. E dopo una breve parentesi relativa alla famiglia Boncompagni, il Principato fu assegnato dalle truppe francesi di Napoleone alla sorella Elisa Bonaparte nell’anno 1805. L’antico stato di Piombino tornò nuovamente sotto il Regno d’Italia nel 1860.

Piombino subì una serie di violenti bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. In particolare, occorre ricordare la battaglia di Piombino, combattuta il 10 settembre 1943. Quello scontro fu giudicato come uno degli episodi più salienti della Resistenza italiana. Da quelle tragiche devastazioni si riuscirono a salvare diverse opere d’epoca.

Oggi, chi visita Piombino rimarrà facilmente stupefatto delle bellezze architettoniche dell’antico centro storico. Camminando fra gli stretti vicoli, potrete, per un attimo, avere una lieve sensazione di straniamento dal presente. Le piccole case dagli spessi muri di pietra. Le volte che delimitano i viottoli principali, costruiti ancora con gli originali archi. Gli odori del salmastro proveniente dal non lontano mare, frammisti ai gradevoli profumi dei fiori presenti sui balconi delle abitazioni. Questo magico scenario vi farà sognare e con un pizzico di fantasia potrete immaginare come doveva essere qui la vita secoli fa

Ma l’autentica sorpresa avverrà quando, affaticati dalla passeggiata nel centro storico, giungerete nella grande terrazza di Piazza Bovio. Costruita negli anni venti del novecento, nella zona dove sorgeva la Rocchetta (XII secolo). La sua vista permette di ammirare lo straordinario paesaggio dell’arcipelago toscano. Durante le giornate più nitide il vostro sguardo potrà spingersi fino alla Corsica e alle Isole di Giannutri. Altrimenti vi dovrete “accontentare” dei profili montuosi dell’Isola d’Elba e dei due isolotti non troppo distanti da Piombino, Cerboli e Palmaiola. In base alla giornata, ed alla stagione, potrete decidere di sostare qualche ora nelle spiagge situate sotto la terrazza e raggiungibili facilmente attraverso alcune vie attigue.

Un altro luogo da visitare è il Museo Archeologico del Territorio di Populonia. Situato nel centro storico di Piombino, venne costruito all’inizio dell’Ottocento come residenza di Elisa, sorella di Napoleone, e Felice Baciocchi. La struttura, suddivisa su tre piani, possiede una superficie di 1.800 mq, la quale ospita molti dei reperti rinvenuti all’interno dei Parchi Archeologici che compongono la Società Parchi Val di Cornia. Manufatti preistorici, reperti appartenenti agli scavi delle necropoli etrusche di Populonia, materiali di epoca romana, attendono di essere da voi visitati.