nordic walking

Nordic Walking

La Costa degli Etruschi, grazie alla conformazione dei suoi terreni, rappresenta una zona ideale per il Nordic Walking. Uno sport che si pratica con il supporto funzionale di due specifici bastoncini. Attraverso di essi, avviene una ridistribuzione delle forze e del carico del corpo durante la passeggiata. L’utilizzo dei bastoncini permette agli arti superiori di contribuire ad alleggerire il peso del corpo. Inoltre, il corretto impiego dei bastoncini favorisce l’attività propulsiva delle gambe in avanti.

Una corretta pratica del Nordic Walking, significa ottenere molti benefici fisici, come: migliorare l’attività respiratoria, il sistema cardio circolatorio, il metabolismo e la postura della schiena. A differenza di altri sport il Nordic Walking risulta semplice e alla portata di tutti. Vi sono però alcune regole posturali e relative all’uso dei bastonicini che devono essere rispettate. Ciò implica che questa disciplina sportiva necessita della presenza di un istruttore qualificato e la partecipazione ad un corso base e/o a lezioni tecniche individuali.

Un insegnamento adeguato potrà consentirvi di usare i bastoncini per potenziare le abilità motorie, di coordinazione, e di equilibrio del vostro fisico. Sarà fatta molta attenzione alla resistenza, così che possiate padroneggiare in piena autonomia questo sport.

Il nostro territorio, che si distingue per le sue lunghe spiagge, le pinete a pochi metri dal mare, e i gli interminabili percorsi di collina, vi aspettano per praticare questo piacevole sport. Un’attività fisica che, oltre ad aiutarvi a tenere tonico il corpo, vi farà scoprire i tesori paesaggistici presenti su tanti sentieri della Costa degli Etruschi.

A San Vincenzo, o meglio, presso la frazione collinare di San Carlo, il percorso naturalistico più' celebre è quello del “Corbezzolo” che permette di arrivare fin sotto gli antichi bastioni della Rocca di San Silvestro.

Distante dalle classiche immagini balneari di San Vincenzo. Lungo il percorso del “Corbezzolo” potrete  trovare la Buca del Grillo e la “Buca del Serpente”,  raggiungibile con delle corde messe a disposizione degli escursionisti, due profonde fessure naturali, o ammirare i paesaggi silvestri che possono essere scrutati da Poggio I Manienti (352 mslm) e dalla “Scala Santa” (400 mslm).

Il sentiero dei Cavalleggieri, un percorso di circa 10 chilometri, che unisce l'antico borgo di Populonia alla città di Piombino, rappresenta un'altra delle varie soluzioni per tenere tonici e allenati i propri muscoli, e soddisfare i propri interessi storici e archeologici. Le diverse salite e le discese di questo sentiero vi permetteranno di osservare i millenari resti del monastero di San Quirico. O le tombe ipogee costruite dagli Etruschi nell'area chiamata “Buca delle Fate”, una zona in cui vissero e lavorarono, durante i secoli precedenti al nostro, alcune comunità di taglialegna, i quali denominarono così questo luogo perché convinti che all'interno di esse vi dimorassero degli esseri sopranaturali benevoli.

Fra gli itinerari presenti qui sulla Costa degli Etruschi, c'è da segnalare anche i percorsi presenti all'interno del territorio di Suvereto, che si estendono per circa 80 km. Come il sentiero 3, il quale partendo dalla località il Crocino ha come obiettivo quella di raggiungere la sommità del Monte Calvi (646 mslm). Dalla quale, nelle giornate più ide è possibile ammirare i crinali delle Alpi Apuane, il Monte Amiata e le Isole.

PERCORSO N.1 (verde)
Il Corbezzolo Via delle Rocce
Tracciato per: Ippovia,Trekking, Mountain Bike
Lunghezza del percorso: circa 10 km
Tempo di percorrenza:
3 ore da San Vincenzo alla Buca del Serpente
Dislivello max: 420 m
Difficoltà: poco impegnativo fino alla frazione di
San Carlo. Da San Carlo alla vetta del
crinale (Buca del Serpente) impegnativo
Partenza: zona nord di San Vincenzo
(quartiere Acquaviva)
Arrivo: crinale ovest di Monte Calvi


Caratteristiche generali del percorso

Il percorso parte da San Vincenzo nord e si snoda inizialmente lungo la Valle delle Rozze immerso nella tipica macchia mediterranea composta prevalentemente da boschi di leccio, corbezzolo, quercia, cerro e frassino. Il sentiero sale molto gradatamente fino a raggiungere il bivio in prossimità dell’abitato di San Carlo, dove, proseguendo verso est, si collega dopo circa 300 m ai percorsi n. 3 e n. 4 del Comune di Castagneto Carducci, quindi alla porta di accesso ai sentieri integrati dei comuni di San Vincenzo, Castagneto C.cci, Sassetta e Campiglia M.ma.
A destra il sentiero, dopo un breve tragitto, conduce al borgo di San Carlo, tipico esempio di villaggio operaio autosufficiente costruito dalla Società Solvay intorno agli anni ’30 del secolo scorso. Contraddistingue questo villaggio la tranquillità e il verde delle sue pinete a ridosso della macchia mediterranea che si estende per tutte le colline quasi senza soluzione di continuità fino a MassaMarittima. Attraversato San Carlo, inizia la parte più interessante del percorso che, rispetto al precedente tratto, muta completamente caratteristiche. Inizia, infatti, l’ascesa del crinale ovest che porta alla Buca del Serpente a quota 420 m sul livello del mare da dove è possibile ammirare panorami straordinari che spaziano dal Promontorio di Populonia alle Isole dell’Arcipelago toscano. Anche la vegetazione cambia in maniera sensibile diventando, a causa del terreno roccioso calcareo, da arborea quasi arbustiva, con piante di dimensioni molto più piccole, come il ginepro, il lentisco, la ginestra, il leccio e il frassino.
Molto interessante anche la varietà dei fiori che nascono in questa area; fra tutti molto particolari sono i vari tipi di orchidee tra cui l’Orchidea selvaggia di Monte Calvi della famiglia delle Ginandre.
E’ facile capire che, in un ambiente così aspro e selvaggio mantenuto quasi inalterato nel tempo, anche la fauna è riuscita a proteggersi e riprodursi in modo abbastanza uniforme. Come in tutta la Maremma l’animale simbolo è il cinghiale, padroneassoluto, ma vivono numerosi anche caprioli, daini, istrici, volpi, molti tipi di uccelli migratori e stanziali come il colombaccio, la ghiandaia, il picchio verde, il pettirosso, il merlo e negli ultimi anni sono stati molto ricorrenti anche gli avvistamenti di poiane e falchi pellegrini. Questo territorio racchiuso tra i comuni di San Vincenzo, Campiglia M.ma, Castagneto C.cci, Sassetta, Suvereto e Piombino ha inoltre caratteristiche minerarie significative che lo rendono parte importante del sistema delle Colline metallifere. I minerali più abbondanti sono la calcopirite, la limonite, la galena argentifera e la cassiterite che permettevano in passato la produzione di rame, piombo, argento, ferro e stagno.
Il tracciato è disseminato, specialmente nella parte più in quota, di alcune grotte e voragini, debitamente segnalate e recintate, tra le quali le più interessanti sono la Buca del Serpente e la Buca del Grillo. La più importante come dimensioni è la Buca del Serpente che ha un diametro di circa 10 x 5 m e sprofonda in senso verticale per 95 m, quindi, con una inclinazione di 45° ovest, per altri 25 m.


Descrizione del percorso

Il quartiere Acquaviva di San Vincenzo è il punto di partenza (Ritrovo di fronte alla bacheca con la cartina esposta in prossimità della casa cantoniera Anas). Camminando verso est si percorre una strada sterrata sulla quale dopo 1 km troviamo il primo punto di appoggio per i cavalli in località Campo di Orlando. Dopo circa 1 km la strada si restringe a sentiero. Raggiunto il bivio adiacente alla cava Solvay, si può scegliere di proseguire per i sentieri di Castagneto C.cci e Sassetta (est), oppure girare a destra (sud) e, attraversato l’abitato di San Carlo, percorrere circa 500 m della strada comunale di San Bartolo verso San Vincenzo e, una volta giunti all’altezza del Residence “La Muccheria - Poggio ai Santi”, girare a sinistra (sud), e poi dopo altri 200 m ancora a sinistra (sud/est), per arrivare in breve tempo alla capanna-rifugio delle Terre Rosse, all’inizio della Valle dei Manienti. Proseguendo lungo il sentiero verso sinistra (est), il percorso si snoda lungo il fondo valle, dopo circa 2 km, all’altezza della Rocca di San Silvestro*, il sentiero gira repentinamente a sinistra (nord) e inizia la parte più impegnativa. Lasciato il fondo Valle, dopo circa 500 metri di salita con pendenze abbastanza importanti, si arriva alla Buca del Grillo per poi proseguire sulla destra (nord/est) verso il “Vallino” dove si trova un punto tappa con tavolo. Dopo si gira a destra (est) e il tracciato sale di nuovo, inerpicandosi verso la Buca del Serpente.Purtroppo, a causa della proprietà privata del terreno, il sentiero termina a questo punto e quindi si deve tornare indietro fino alla Buca del Grillo, dove, girando a destra (ovest), dopo circa 300 m il tracciato si divide: a sinistra (sud/ovest) si raggiunge la vetta del crinale dei Manienti e, con una discesa abbastanza agevole, dopo circa 1 km si rientra alla capanna rifugio Terre Rosse. Il percorso a destra (nord/ovest) rientra, invece, dopo circa 1km e mezzonell’abitato di San Carlo.

 
PERCORSO N. 2 (celeste)
Il Ginepro. Via delle Dune
Tracciato per: Ippovia. Trekking. Mountain Bike
Lunghezza del percorso:
dalla capanna rifugio delle Terre Rosse al
termine del Parco di Rimigliano verso sud
(fosso di Torre Nuova) dove il percorso si
collega con l’inizio dei percorsi dei Parchi del
Promontorio di Populonia - 8 km
Tempo di percorrenza: 2 ore
Dislivello max: 140 m
Diffi coltà: poco impegnativo
Partenza: capanna rifugio Terre Rosse
Arrivo: fosso di Torre Nuova


Caratteristiche generali del percorso
Il tracciato nella parte iniziale e per circa 3 km procede attraverso la campagna, costeggiando il bosco del Masseto e delle Prunicce fino a raggiungere l’ingresso del Parco costiero di Rimigliano, da dove si estende lungo la costa per circa 6 km. Le sue caratteristiche principali son gli arenili e la vegetazione che assume le caratteristiche delle macchie costiere dell’Alta Maremma (Tombolo), dove al limite dell’arenile iniziano le dune ricoperte da mirto, ginepro e vari tipi di pino. Il fiore simbolo è il giglio marino. Oltre le dune, si estende la macchia mediterranea dove prevalgono i pini da pinolo,querce e lecci soprattutto, con sottobosco a filliree, olivastri e lentisco. Descrizione del percorso. Il punto di partenza del percorso non è altro che il
proseguimento del primo, il Corbezzolo, che dalla capanna delle Terre Rosse scende molto agevolmente per circa 700 m costeggiando sulla sinistra le rovine dello stabilimento Etruscan Mines (primo novecento) fino ad arrivare alla strada provinciale. Da lì si svolta in direzione di Campiglia M.ma (est) e si percorre un tratto di 200 m per poi girare a destra (sud/ovest), in direzione Palmentello. Dopo 500 m si imbocca una strada sterrata a destra (ovest) e, costeggiando il bosco del Masseto, si raggiunge la statale SS1 Aurelia. Il percorso segue per pochi metri la statale e poi gira a sinistra per via di Caduta, proseguendo per 300 m sopra la sede stradale; quindi gira a sinistra, seguendo una strada poderale sul cui tragitto si trova
il secondo punto tappa dell’Ippovia e, dopo circa 700 m, raggiunge il sottopasso che porta all’ingresso del Parco di Rimigliano. A questo punto, seguendo la segnaletica interna al
Parco, si percorrono circa 5 km della via sterrata dei Cavalleggeri e si arriva all’ingresso dei percorsi del Parco archeologico di Baratti e Populonia.


Descrizione del percorso


Il punto di partenza del percorso non è altro che il proseguimento del primo, il Corbezzolo, che dalla capanna delle Terre Rosse scende molto agevolmente per circa 700 m costeggiando sulla sinistra le rovine dello stabilimento Etruscan Mines (primo novecento) fino ad arrivare alla strada provinciale. Da lì si svolta in direzione di Campiglia M.ma (est) e si percorre un tratto di 200 m per poi girare a destra (sud/ovest), in direzione Palmentello. Dopo 500 m si imbocca una strada sterrata a destra (ovest) e, costeggiando il bosco del Masseto, si raggiunge la statale SS1 Aurelia. Il percorso segue per pochi metri la statale e poi gira a sinistra per via di Caduta, proseguendo per 300 m sopra la sede stradale; quindi gira a sinistra, seguendo una strada poderale sul cui tragitto si trova il secondo punto tappa dell’Ippovia e, dopo circa 700 m, raggiunge il sottopasso che porta all’ingresso del Parco di Rimigliano. A questo punto, seguendo la segnaletica interna alParco, si percorrono circa 5 km della via sterrata dei Cavalleggeri e si arriva all’ingresso dei percorsi del Parco archeologico di Baratti e Populonia.