Santa Luce
L'area, abitata fin dall'epoca etrusca, viene descritta per la prima volta come Sancta ad Lucam in alcuni documenti dell'anno 861.
Durante le prime fasi del suo sviluppo, il castello fu di proprietà dei Cadolingi e degli Upezzinghi. Due ricche famiglie pisane. Nel 1406 il dominio passò sotto il potere della Repubblica di Firenze. Quasi un secolo dopo, in seguito ad un fallimentare tentativo di ribellione, gli eserciti fiorentini distrussero il castello di Santa Luce e la sua cinta muraria.
A distanza di secoli, le abitazioni di questo borgo, rispecchiano ancora l'originale planimetria e i visitatori che frequentano il luogo possono ammirarle già da una certa distanza, grazie alla tipica disposizione in cerchi concentrici lungo le lievi pendici del colle su cui sorge.
Il principale mistero che ha stimolato la fantasia e le conoscenze degli appassionati di storia, riguarda l'Ordine dei Templari e il Santo Graal. La pianta ottagonale del castello di Santa Luce, la fonte battesimale (a forma ottagonale) della Pieve, e la collina boscosa alle spalle del paese rappresentano una cornice ideale dove, forse, i Templari nascosero la preziosa reliquia. Ad accrescere questo mistero è stato il ritrovamento di un porta documenti in terracotta che, secondo le leggende, risulta simile a quello che conteneva il Santo Graal durante i suoi spostamenti.
La storia di Santa Luce non è legata solo al medioevo, ma anche alle attività di scavo e di lavorazione dell'alabastro. L'ecomuseo dell'alabastro costruito in un'area che comprende Volterra, Castellina Marittima e Santa Luce desidera rendere omaggio alle tante fatiche di chi per anni ha scavato il sottosuolo per estrarre questo prezioso marmo. Nell'archivio d'area e nello spazio espositivo, situato all'interno dell'Ex Palazzo Municipale di Santa Luce, sono stati allestiti alcuni reperti utili a ricostruire la vita e la cultura dei minatori.
Intorno al XIII secolo a Monteforti, un piccolo centro abitato, situato a poca distanza da Santa Luce, esisteva un eremo degli agostiniani. Lì, gli abitanti del luogo decisero di costruire una piccola chiesa. A causa della mancanza d'acqua i lavori si interruppero presto. Una mattina gli operai osservarono che il serbatoio vicino alla chiesa era nuovamente traboccante d'acqua. Inoltre, videro una signora con delle vesti bianche raccogliere dell'acqua proveniente da una bolla fra le rocce nel bosco. Da quel giorno , il 13 di Maggio, la chiesa di Monteforti è meta di pellegrini che, risalendo a piedi il sentiero che conduce al borgo, oggi abbandonato, venerano la Madonna per quel suo prezioso aiuto.
Santa Luce è il luogo ideale anche per gli amanti della cultura orientale e la spiritualità buddhista. Lama Thubten Yesce, insieme a Lama Zopa Rinpoche e altri membri della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana (FPMT), avviarono, nel 1976, l'Istituto Lama Tzong Khapa. Il Centro ha sede in uno splendido palazzo signorile del XIX secolo e organizza, soprattutto nel periodo estivo, programmi educativi e formativi utili per approfondire le dottrine e le pratiche buddhiste.
Per gli amanti della natura, si consiglia la visita al lago di Santa Luce. Una riserva naturale, gestita dalla Lega italiana protezione uccelli (LIPU) e riconosciuta come un sito d'importanza comunitaria (SIC). Grazie ai volontari ambientalisti della LIPU, questo luogo è diventato la dimora di diverse specie di volatili in via d'estinzione. I visitatori, a seconda delle ore del giorno potranno ammirare il falco di palude, la poiana, il gheppio e gli altri animali qui presenti.