Campiglia Marittima
Il Comune di San Vincenzo è legato da un antico legame storico e istituzionale con quello di Campiglia Marittima. Dopo la distruzione del Castello di Biserno (XIV secolo), per opera delle truppe ghibelline pisane, le varie città che, di secolo in secolo dominarono il suo territorio, delegarono Campiglia ad esercitarne i poteri di controllo e d’amministrazione. E soltanto, verso la metà del secolo scorso, quando, con un decreto del Presidente della Repubblica firmato il 3 giugno 1949, il Comune di San Vincenzo riuscì ad ottenere la propria autonomia.
Il toponimo Campillia compare per la prima volta in un documento ufficiale nell’anno 1004, quando il Conte Gherardo II Della Gherardesca decise di donare al monastero di Santa Maria di Serena vicino Chiusdino metà del castello di Campiglia. Il termine Marittima, dal latino Maritima (Maremma), sarà affiancato a Campiglia nel 1862, un anno dopo la proclamazione del Regno d’Italia.
Per via del sottosuolo, ricco di minerali, l’area era già abitata in epoca etrusca e romana. Inoltre, gli archeologi hanno trovato in questa zona le tracce di un rudimentale villaggio di capanne (VIII – IX secolo), i cui abitanti erano dediti all’allevamento dei maiali.
Il castello in pietra venne costruito nel XII secolo, per volontà dei Della Gherardesca diventati i signori di questo territorio. L’espansione urbanistica avverrà invece durante il secolo successivo, dopo che il Capitano inviato da Pisa iniziò a rivestire un’importanza centrale nel governo del locale Comune. Le tre porte ancora esistenti a delimitare il centro storico furono costruite in quel periodo, assieme ad un’ampia cinta e a numerose dimore ed esercizi commerciali.
Uno degli edifici più affascinanti, e al contempo velati da un certo mistero, è la Pieve di San Giovanni. Situato su di un calle rivolto in direzione di Campiglia, e non troppo distante da essa, fu realizzata nel 1173. L’incremento demografico avvenuto durante il XII secolo, richiese la costruzione di una chiesa battesimale dalle dimensioni maggiori rispetto quella esistente a quel tempo. Il risultato fu una chiesa dai caratteri architettonici tipici del romanico classico, simili a certe costruzioni pisane appartenenti ai secoli XI e XII.
Sotto il tetto della chiesa è possibile osservare il quadrato magico del “SATOR”, il quale, invece di essere disposto nella classica griglia 5 x 5, contiene 3 righe soltanto dove sono state disposte le 5 enigmatiche parole in cui si ripetono le lettere SPOR EANT.
Un altro luogo da vedere è Palazzo Pretorio. Lo stabile, d’origine duecentesca, utilizzato inizialmente per ospitare il Capitano di Giustizia, è stato ampliato nei secoli successivi. Fra i lavori d’abbellimento effettuati vi è la Torre dell’Orologio. Al suo interno è possibile accedere ai seguenti spazi espositivi e di documentazione:
- Archivio Storico del Comune di Campiglia;
- Mostra permanente di Carlo Guarnieri;
- Museo del Minerale.