Bibbona

Bibbona

Il Comune di Bibbona rappresenta uno dei gioielli della Costa Etrusca. A pochi chilometri dalla spiaggia di Marina di Bibbona, questo antico borgo sorge nelle vicinanze dei boschi della Magona.

Nel 1040 la “curte biboni.. cum castello era, probabilmente, intrecciata con gli interessi economici dei Farolfi di Lucca. Nei documenti storici successivi, si segnala una contesa fra il vescovo di Lucca e Ugo Della Gherardesca. Questa disputa si concluse con l’annessione del Castello di Bibbona all’interno dei domini Della Gherardesca.

Risalgono a quegli anni anche i primi documenti che definiscono il borgo con il toponimo di Biboni. Una parola che deriva quasi certamente da Vipi, nome di persona di origine Etrusca.

La Repubblica di Pisa e quella di Firenze reclamarono a lungo i propri diritti su di essa, la quale finì per essere un dominio fiorentino e successivamente del Granducato di Toscana. Come per le altre aree della Maremma, fu solo in seguito alle bonifiche ordinate da Pietro Leopoldo, che i terreni paludosi e inospitali diventarono (verso la fine del XVIII secolo) abitabili.

Oggi, fra gli edifici storici da visitare c’è la Chiesa di S. Ilario e quella di Santa Maria della Pietà. La seconda di esse, situata subito all’ingresso di Bibbona, di fianco alla strada proveniente dalla Via Aurelia, venne realizzata alla fine del XV secolo. Il primo elemento che si nota è l’ampia cupola che funge da elemento unificante dell’intero complesso. Sugli architravi delle porte sono presenti delle frasi latine. Una di esse recita “Terribilis est locus iste ets”, cioè – Terribile è questo luogo. Una frase presente anche sulle facciate di altre chiese e la cui corretta interpretazione è - Questo luogo incute rispetto.

 

Un altro monumento storico circondato da grandi interrogativi sulla sua origine è l’arco di Bacco. Posizionato nei pressi del Municipio, subito fuori dal Castello, i numerosi simboli presenti su di esso hanno stimolato la fantasia degli studiosi, i quali hanno proposto diverse interpretazioni. La più semplice, ed attinente con le fonti storiche disponibili, è che si tratti di una copertura costruita sulla fonte d’acqua naturale che riforniva il Castello di Bibbona. L’altra interpretazione, sicuramente più suggestiva, ma attualmente priva di prove concrete, è che esso era una delle porte di accesso di un’antica fortezza scomparsa.

 

La Macchia della Magona, ovvero un’estesa superficie di 1.600 ettari di verde, rappresenta un altro dei luoghi meravigliosi che circondano Bibbona. Questo parco naturalistico possiede ben sedici itinerari, studiati per venire incontro ai gusti e alle diverse esigenze dei suoi frequentatori. È possibile così effettuare escursioni a piedia cavalloo in mountain bike, attraversando numerose carbonaie, costruite ai tempi della Magona di Cecina, fino ad arrivare alle rovine dell’antica torre della Mirandola. Lungo gli itinerari ammirerete le variegate specie floreali della macchia mediterranea, gli animali autoctoni e gli uccelli migratori.  

Se il vostro itinerario vi porterà nei pressi delle rovine della Torre di Mirandola, e sentirete dei rumori insoliti, non preoccupatevi. La leggenda dello Sparviero afferma, infatti, che Agilulfo, il terribile cavaliere che abitò in quella torre più di mille anni fa, dopo il rapimento di Adelina, si convertì al cristianesimo e si dedicò solo ad opere di bene.