SAN VINCENZO
Spiagge d’oro, arte, salmastro e buon cibo al centro della Costa degli Etruschi
San Vincenzo si trova al centro della Costa degli Etruschi, una lingua di terra che da Livorno scende giù fino a Piombino.
La sua posizione strategica e gli ottimi collegamenti stradali e ferroviari permettono di raggiungere rapidamente le grandi città d’arte come Firenze, Pisa, Siena e Roma; nei dintorni, inoltre, si dipana un’interessantissima offerta turistica che varia dalle cantine d’autore alle terme, dai più bei parchi della Toscana ai suggestivi borghi medievali dell’entroterra, dalle vaste spiagge di sabbia alle scogliere dei promontori che celano cale così nascoste da essere quasi inarrivabili.
La frazione collinare di San Carlo
San Carlo è la frazione collinare di San Vincenzo. Distante 5 Km dal centro del paese e dal mare, è un piccolo borgo collinare ai piedi del monte Calvi (646 m s.l.m.) e dal monte Coronato (553 m s.l.m.). Circondato anche da altre colline, risulta completamente immerso nel verde. Ideale per una vacanza rilassante e a contatto con la natura, il borgo si apre alla campagna circostante dove sono presenti numerosi agriturismi. Oggi la frazione conta circa 400 abitanti e si presenta come un luogo fuori dal tempo, immerso in un paesaggio e in una macchia mediterranea ancora integra. All’interno della macchia esistono diversi sentieri naturalistici ideali per le escursioni di Trekking e Mountan Bike.
Per gli amanti dello sport
Attraverso il percorso di trekking Il Corbezzolo da San Carlo è possibile raggiungere la Rocca di San Silvestro nel Comune di Campiglia M.ma oppure l'incantevole comune di Sassetta e il prestigioso borgo medievale di Castagneto C.cci.
La storia di San Carlo
Abitato fin dal Paleolitico, San Carlo era ed è sede di giacimenti minerari. I ritrovamenti archeologici hanno scoperto un villaggio minerario e forni fusori risalenti all'età del bronzo. Successivamente, sulle pendici del monte Coronato, il longobardo San Wilfrido (VIII sec.) fece costruire una rocca denominata di Biserno. L’area fu abbandonata in seguito alla distruzione dei bastioni di Biserno da parte dell’esercito di Pisa agli inizi del XIII sec. e i bisernesi si trasferirono nei pressi della Torre di San Vincenzo.
In età moderna, più precisamente nell’anno 1872, a San Carlo iniziò ad operare la società belga Solvay. Oltre alle attività estrattive di calcare, i belgi si occuparono di costruire alcune case, una scuola ed un centro ricreativo per i propri dipendenti. Questi interventi hanno fatto assumere a San Carlo la sua fisionomia attuale.
IL SILO SOLVAY
Il silo, di proprietà della società chimica Solvay, fu progettato, costruito e ampliato tra il 1928 e il 1938 dall’ingegnere Pier Luigi Nervi: una struttura composta da una teleferica da 64 piloni e una linea continua di 250 carrelli per trasportare il calcare estratto dalla cava di San Carlo fino alla ferrovia. Da qui, per mezzo dei cosiddetti “treni bianchi”, il calcare raggiungeva lo stabilimento di lavorazione di Rosignano Solvay per essere trasformato in soda e soda caustica.
Nervi progettò la struttura in cemento armato, mentre il complesso metallico fu realizzato dalla società Ceretti & Tanfani di Milano, autori della prima teleferica d’Italia e della prima funivia a cavalletti intermedi del mondo. L’opera - 195 metri di lunghezza, 11 di larghezza e 16 di altezza - si staglia nel centro di San Vincenzo, lungo la ferrovia, su un’area di 20.000 metri quadrati.
L’utilizzo dell’infrastruttura a teleferica è stato sospeso dalla Solvay nel 2008 e da allora il trasporto del calcare avviene mediante una piccola linea ferroviaria diretta da San Carlo a San Vincenzo. A seguito della dismissione, l’edificio si presenta oggi come una struttura modulare continua, composta da 24 campate ritmate da telai complessi, con travi, elementi nervati e capriate in cemento armato in buono stato di conservazione.
La riqualificazione del silo è attualmente al centro di numerosi dibattiti, progetti e tesi di laurea, nondimeno esso viene considerato un tesoro dell’archeologia industriale.
E' possibile atraverso un percorso composto da 5 “ stazioni”, ammirare alcuni reperti che venivano utilizzati per l’estrazione e il trasporto del calcare e ripercorrere così la storia della Cava di San Carlo.